Gennaio 2014
  • Edilizia

La legge di Stabilità salva la Nuvola di Fuksas Prestito di 100 milioni

Ora costa 400 mln di € in totale.... ma quanti ne VALE realmente?

ROMA - Un prestito di Stato di 100 milioni che arriva dritto dritto dalla Legge di Stabilità approvata lunedì 23. E adesso il cantiere della «Nuvola» progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas è in qualche modo «salvo». Il rischio concreto era quello che l’opera, al centro del quartiere Eur di Roma, innalzato negli anni Trenta in stile razionalista, restasse a metà per mancanza di fondi: servivano altri 170 milioni per completarla. Le premesse per lo stop ai lavori c’erano tutte. In primis: le ristrettezze di bilancio del Campidoglio (proprietario per il 10 % di Eur Spa, il resto è del ministero delle Finanze). LE DIFFICOLTA’ - Poi quella specie di «svalutazione» data dalla difficoltà di piazzare sul mercato l’albergo adiacente alla Nuvola. Conclusione: 170 milioni in meno , appunto, per un’infrastruttura il cui costo iniziale di 275 milioni di euro è complessivamente salito a oltre 400. Lavori pesantemente a rilento da un anno. Manodopera in gran parte allontanata dall’impresa costruttrice, la «Condotte Spa» alla quale Eur Spa non pagava più i «Sal», gli «stati d’avanzamento lavori». FINE LAVORI PER L’EXPO 2015 - Adesso ci sono quei 100 milioni di euro arrivati dalla Legge di Stabilità, quella che una volta era la Finanziaria che regolava i conti dello Stato. Un prestito - da restituire all’Erario entro trent’anni al tasso dei Bot quinquennali - che è più di una boccata d’ossigeno. Lo stanziamento permette «questo investimento senza dover vendere parte del nostro patrimonio» sostiene ancora euforico il presidente di Eur Spa (l’ente che «governa» il quartiere) Pierluigi Borghini. Che dettaglia anche la data di fine lavori: un anno per chiudere il cantiere. Sei mesi per l’agibilità. «Poi l’inaugurazione, in tempo per l’Expo 2015 di Milano». Evento che vedrà, anche, una specie di collaborazione tra l’Urbe e il capoluogo lombardo sul tema del rilancio turistico. Si parte con l’anno nuovo, è l’assicurazione di Borghini: «Sinora non avevamo certezze, adesso possiamo programmare il futuro». Innanzitutto il destino delle maestranze: «Dagli attuali 100 lavoratori in cantiere saliremo a circa 200/300». IL PROGETTO DELL’ARCHISTAR - Poi via all’ultimazione del progetto, realizzato per circa due terzi. L’opera è stata soprannominata la «Nuvola» perché Fuksas ha previsto un grande parallelepipedo di acciaio e vetro alto 40 metri, largo 70 e lungo 175, al cui interno si trova una sala-auditorium costituita da un contenitore a forma, appunto, di nuvola ricoperto da una membrana di fibra di vetro e silicone, che sembra galleggiare nella teca. LA RESTITUZIONE DEL PRESTITO - Quanto alla restituzione dei 100 milioni di euro, il presidente di Eur Spa sente di avere le spalle forti: «Abbiamo chiuso l’ultima semestrale con un attivo di 3 milioni di euro. Performance realizzate costantemente anche in passato, stando tra i 5 e gli 8». LA POLEMICA DI BRUNETTA - Sull’erogazione del prestito di Stato (l’emendamento è stato sollecitato, tra gli altri, dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, dalla deputata Ncd Barbara Saltamartini e dai consiglieri capitolini Davide Bordoni e Sveva Belviso) qualcuno ha avuto da ridire. Soprattutto l’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Che ha parlato apertamente di «marchetta» inserendo l’aiuto a Eur Spa in un elenco di 12 voci - tutte comprese nella Legge di Stabilità - che va dai «200 mila euro per uno studio di fattibilità finalizzato al miglioramento dell’offerta trasportistica nell’area dello Stretto di Messina» ai«126 milioni di euro per i lavoratori socialmente utili della Calabria». «OPERA CHE CREA LAVORO» - Borghini corruccia la fronte: «Direi che Renato deve osservare più attentamente le cose: qui non siamo di fronte ad un esempio di sperpero - è la risposta indirizzata all’economista di Forza Italia - o di welfare negativo che succhia risorse. Questa è un’infrastruttura che, per essere realizzata, creerà posti di lavoro. E poi, una volta terminata, produrrà reddito. Si rivolge direttamente alle necessità del Paese, pensando al suo sviluppo».

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